LE SUE CONSEGUENZE
Le conseguenze deleterie del Bruxismo possono manifestarsi a carico dei denti, dei muscoli e delle articolazioni temporomandibolari (sono quelle articolazioni, vicino all’orecchio che fanno aprire e chiudere la bocca).
Queste conseguenze possono essere completamente asintomatiche (usura dentale senza alcun disturbo) ma possono manifestarsi anche con sintomatologie di varia intensità e gravità fino ad arrivare a sintomatologie severe con dolore anche invalidante.
DANNI DENTALI
La conseguenza più evidente e conosciuta del Bruxismo può essere l’eccessiva ed anomala usura dei denti; questa si può manifestare anche con scheggiature, incrinature e rotture dei denti naturali, non per cause traumatiche accidentali (cioè oggetti o cibi duri masticati inavvertitamente) ma per l’eccessivo sfregamento dei denti tra di loro.
L’usura dentale è irreversibile e se protratta per molti anni può avere anche conseguenze devastanti su tutta la dentatura naturale.
Occorrono molti anni per arrivare a conseguenze così gravi; se consideriamo che questi sono denti “sani” e privi di carie, la prevenzione primaria avrebbe consentito il mantenimento di una dentatura naturale in ottime condizioni.
Altra conseguenza spiacevole è costituita dai fallimenti di lavori odontoiatrici come la rottura di otturazioni, faccette, corone o ponti in ceramica, ma la conseguenza forse più grave è rappresentata dal fallimento degli impianti o dalla rottura della componentistica.
PROBLEMI MUSCOLARI
Il Bruxismo è anche considerato una delle principali cause di tensione dei muscoli masticatori con conseguente e possibile comparsa di dolore orofacciale di diversa entità e localizzazione ai vari muscoli del volto e della testa; determina un notevole affaticamento della muscolatura masticatoria non concedendole tempo per rilassarsi a causa dell’attivazione continua, soprattutto durante la notte, quando invece dovrebbero riposare.
Alcuni tipi dei così detti “mal di testa”, specialmente se ubicati alle tempie, sono imputabili alla iper-attività dei muscoli temporali, in quanto muscoli masticatori; anche i muscoli del collo e poi delle spalle possono essere coinvolti secondariamente.
Questa sintomatologia può, in alcuni casi, essere anche severa e non essere diagnosticata dal medico generico; infatti, frequentemente vengono prescritti farmaci analgesici senza aver compreso l’origine muscolare del dolore; finito l’effetto dell’analgesico, il dolore si ripresenta.
Non è un caso che la Società Brasiliana di Disordini temporomandibolari e Dolore orofacciale abbia sentito la necessità di realizzare un video sull’argomento per limitare l’uso di farmaci analgesici, praticamente inutili per questo disturbo.
Il video si conclude con questa didascalia:
“Tutti i giorni milioni di brasiliani soffrono di Disordini Temporo Mandibolari senza saperlo. Questi, non sono difficili da diagnosticare e possono essere curati.
E’ possibile tornare a vivere senza dolore.”
A cura della SBDOF Sociedade Brasileira de Disfunção Temporomandibular e Dor Orofacial
PROBLEMI ARTICOLARI
Altre strutture coinvolte dal sovraccarico muscolare sono le articolazioni temporo-mandibolari, (quelle articolazioni che ci fanno aprire e chiudere la bocca) con conseguenti difficoltà funzionali nei normali movimenti, dolori, rumori, click ecc dovuti ad alterazioni di posizione o forma del disco articolare.
In presenza di dolore, a volte anche severo, il paziente confonde il dolore articolare con il mal d’orecchi in quanto questa articolazione è ubicata in prossimità del condotto uditivo dell’orecchio.
DISTURBI DEL SONNO
Un paziente che serra o digrigna i denti mentre dorme, compromette anche la sua qualità del sonno che risulta essere disturbato, frammentario ma soprattutto non riposante e ristoratore; è come se andasse in palestra a fare esercizi di affaticamento dei muscoli (in questo caso muscoli masticatori) invece di dormire in completo rilassamento come sarebbe necessario.
Specialmente durante il sonno i denti non devono mai entrare in contatto e tutti i muscoli masticatori e del volto devono essere rilassati.
Un’eccezione, ancora in fase di accertamento, potrebbe riguardare i pazienti che soffrono di apnee notturne; in questi casi sembra che il digrignamento dei denti aiuti a sbloccare la fase apnoica.